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Covid e alimentazione: ecco le nuove abitudini alimentari in cucina e a tavola

Nuove abitudini alimentari covid, la spesa

Non c’è che dire, il 2020 ha segnato una cesura profonda in tutti gli aspetti della nostra quotidianità, portando insieme allo sconvolgimento degli stili di vita a cui eravamo abituati anche nuove abitudini alimentari e nuovi valori.

Chi più e chi meno, tutti noi abbiamo visto trasformarsi il modo in cui lavoriamo, interagiamo con gli altri, ci spostiamo e… come mangiamo!

Sembrano lontanissimi i tempi in cui potevamo concederci un pasto veloce alla trattoria sotto l’ufficio, o una bella pizzata insieme agli amici in una sala gremita di altre persone, così come cenette a lume di candela e aperitivi che sconfinavano in post dinner senza soluzione di continuità.

Eppure, anche se abbiamo dovuto imparare a rinunciare ai piaceri della convivialità “allargata”, il 2020 ci ha portato a riscoprire antiche ricette, sapori dimenticati e rituali culinari abbandonati.

Accanto all’asporto e alle consegne a domicilio, il 2020 è stato l’anno della cucina… tanta cucina.

Tutti ai fornelli!

Tra ristoranti e bar chiusi, con al massimo l’alternativa del take away, la necessità per molti di tirare la cinghia per risparmiare sul superfluo e il dilatarsi del tempo da riempire, la cucina è tornata prepotentemente a essere la regina della casa, il luogo preferito dove passare i lunghi giorni di obbligo domiciliare.

Ecco allora fioccare le migliaia e migliaia di foto, post, tutorial e video di pane, pizza e dolci fatti in casa che hanno invaso le bacheche di tutti i social.

Tanto che a un certo punto del lockdown lievito, uova e farina hanno cominciato a scarseggiare nei supermercati: dati alla mano, prima di Pasqua 2020 gli ingredienti per la panificazione e la preparazione dei dolci hanno visto un’impennata nelle vendite che ha sfiorato in alcuni casi, come per la farina, il +213% rispetto alla richiesta nello stesso periodo dell’anno precedente.

È vero, siamo ingrassati, abbiamo mangiato tanto ma non per questo il periodo di quarantena è tutto da buttare dal punto di vista alimentare. Per quel che concerne la forma fisica, infatti, molto è dipeso dalla sedentarietà e dall’impossibilità di fare movimento. 

FASE 0: abbiamo mangiato di più e meno cibi freschi

La corsa allo zucchero e al junk food in un primo momento sembrava inarrestabile: cibi in scatola, prodotti confezionati, conserve, surgelati e scatolame vario sono letteralmente andati a ruba, come gli ormai celebri ceci del primo episodio di Rebibbia Quarantine di Zerocalcare.

La tendenza all’accumulo, per il timore di non sapere né quanto né quando sarebbero stati disponibili gli alimenti preferiti, ha portato gran parte degli italiani a un consumo minore di cibi freschi che richiedono un’attenzione maggiore per il mantenimento e la conservazione sul lungo periodo.

FASE 1: la riscoperta del piacere di cucinare

Nuove abitudini alimentari covid, pane e verdure

Al moltiplicarsi del tempo da dedicare alla preparazione dei pasti e dei momenti da spendere intorno alla tavola è equivalso un progressivo abbandono dei prodotti processati e confezionati, facendo riscoprire agli italiani il vero piacere della cucina e nuove abitudini alimentari. Alzi la mano chi non ha nemmeno pensato di provare a fare un pane, una pizza fatta in casa o una marmellata con la ricetta della nonna!

I prodotti da forno e i dolci hanno dato molta soddisfazione a molti, sia nel prepararli che nel proporli alle tavole virtuali e non. Anche perché il conforto degli zuccheri e dei carboidrati è un istinto naturale e ancestrale: nei periodi di stress tendiamo a preferire questo tipo di cibo che restituisce energia immediata e appagamento del palato.

In moltissimi hanno sperimentato nuove ricette, rivisto quelle della tradizione, recuperato quelle della mamma o della nonna.

Secondo uno studio di EIT food condotto su 10 paesi europei, l’Italia è tra le prime tre nazioni per tempo speso nel cucinare e nel mangiare insieme, e la prima per percentuale di rinuncia di pasti pronti o precotti.

FASE 2: il ritorno alla dieta mediterranea

Dopo un primo periodo in cui molti si sono ritrovati con le mani in pasta e qualche chilo in più, preso tra uno spuntino di troppo e uno snack davanti alla televisione cui si poteva rinunciare, le nostre abitudini alimentari hanno subito una svolta positiva parzialmente inattesa.

Via via sempre più persone hanno iniziato a mangiare meno e meglio, dando spazio a un’alimentazione più salutare, basata sulla scelta di frutta e verdura fresca, spesso consegnata a domicilio da aziende e piccole filiere locali.

Secondo una ricerca dell’Università di Tor Vergata, tra marzo ed aprile 2020 è aumentata la richiesta di legumi, vegetali, pesce e formaggi a discapito di carne e insaccati. La chiave di questo cambiamento è stata proprio la disponibilità di tempo da dedicare alla cottura di legumi e ortaggi, cui spesso si rinuncia in favore di pasti veloci e solo da scaldare.

Buone pratiche acquisite durante il Covid

Dai sondaggi e dalle rilevazioni effettuate durante il periodo di quarantena è emerso un quadro abbastanza sorprendente delle nuovi abitudini alimentari acquisite.

Il recupero della colazione, questa sconosciuta

La prima colazione, per molti nutrizionisti e dietologi il pasto più importante della giornata, è diventata un vero e proprio rituale per molti.

La pandemia ha consentito alle famiglie di ricominciare le giornate insieme e di correggere l’abitudine poco sana ma molto diffusa di fare colazione prendendo un caffè al volo al bar, per lo più in piedi, o un cornetto per strada.

Meno sprechi alimentari

Gli sprechi alimentari sono diminuiti grazie anche a un grado di oculatezza nel fare la spesa che prima non ci apparteneva. Vuoi che sia per risparmiare, vuoi perché abbiamo più tempo da dedicare alla preparazione dei pasti, scegliamo meglio e con più misura rispetto a prima della pandemia.

La pianificazione dei pasti ha quindi permesso di far finire sempre meno cibo nella pattumiera, un trend positivo registrato già all’inizio del 2020 con l’aumento della consapevolezza e della sensibilità alle problematiche ambientali.

Più attenzione alla scelta del cibo e ai prezzi, per una spesa consapevole

Abbiamo imparato a leggere le etichette e a “fare economia”, come dicevano le nonne di una volta: invece di andare al supermercato e lasciarci ispirare da quello che propongono gli scaffali, il periodo Covid ci ha spronati a fare la lista della spesa, a cui attenersi anche per non introdurre dentro casa troppe tentazioni controproducenti.

E c’è anche chi ha approfittato degli “spostamenti necessari”, come quelli appunto verso i supermercati, per fare due passi in più e confrontare offerte e prezzi per procurarsi lo stesso prodotto ma nel posto più conveniente.

Tra le nuove abitudini alimentari anche la spesa da casa

Con le restrizioni e la paura di contrarre il virus in ambienti affollati o frequentati, sempre più persone si sono affidate alla spesa online, facendo registrare un aumento del 45% di prenotazioni rispetto al pre-Covid.

Questa scelta, tutt’altro che banale, si è rivelata essere anche ecosostenibile, riducendo gli assembramenti nei supermercati e le emissioni dovute agli spostamenti per raggiungerli.

FASE 3: buoni propositi per il 2021

In sostanza il Covid ha portato una revisione degli stili alimentari di tutti soprattutto lungo gli assi del tempo, delle relazioni e delle modalità acquisto.

Questi cambiamenti si radicano in un tessuto sociale in cui la disponibilità economica ridotta e la necessità di accedere ad alimenti salutari a basso costo saranno sempre più centrali nel post-pandemia. Ecco quali sono le previsioni per il futuro della dieta, intesa alla greca “stile di vita”.

La predilezione per il km0 e per i prodotti nostrani

Forse perché è convinzione che il Covid si sia diffuso da un mercato di carne esotica in Cina, o forse perché la pandemia ha scosso più di una coscienza sulla tematica ambientale, sempre più italiani e persone nel mondo hanno ripensato e riorganizzato il proprio stile di vita alimentare.

Gli alimenti sicuri, di cui si possa tenere traccia della filiera, trovano oggi molto più favore e domanda rispetto a quelli di importazione.

Mangiare a casa, mangiare meglio

La preparazione dei pasti con risorse genuine e prodotti di qualità ha riproposto la cucina casalinga come validissima alternativa se non addirittura preferita sostituta del mangiare fuori.

Un buon piatto preparato a casa, dove si possano controllarne ingredienti, modalità di cottura e di conservazione, rassicura al momento più di andare al ristorante.

Food trend 2021

Tra i food trend 2021 si assestano le preparazioni fatte in casa a base di farine, la riduzione del consumo di carne e insaccati in favore di frutta, legumi, verdure e prodotti biologici, il ritorno alla dieta mediterranea.

La tendenza è dunque quella verso un’alimentazione salutare, con la speranza di poterla affiancare anche a un’attività sportiva regolare.

I grandi perdenti del 2021 saranno invece gli alimenti tipici della ristorazione, specialmente fast food e all you can eat, e quelli considerati d’élite.